Poligono di tiro: come funziona?
Ci sono alcuni luoghi che rimangono sconosciuti ai più e sono invece una seconda casa per gli appassionati: fra questi ci sono i poligono di tiro.
Un poligono di tiro è un luogo circoscritto e delimitato in cui si pratica attività di tiro sportivo o militare con armi da fuoco. Tra le attività di tipo sportivo c’è il tiro a segno, mentre gli scopi militari prevedono l’addestramento delle truppe al tiro. Altra distinzione importante riguarda i poligono al chiuso – o indoor – che hanno alcune strutture di protezione, ad esempio terrapieni e pareti rinforzate, e potenti sistemi di ventilazione per evitare il ristagno dei gas esausti e delle microparticelle di piombo, e presentano il problema del rumore che può superare i 140 dB e per questo sono vietati i calibri più potenti dei fucili; e i poligoni all’aperto che permettono di allenarsi su lunghe distanze e in qualsiasi condizione climatica, pur mantenendo strutture di protezione come trincee e pozzi dove far detonare eventuali residui pericolosi come cariche inesplose.
La concezione moderna dello sport del tiro prese forma nel corso del 19° secolo. Nel 1897, in seguito all'inclusione del tiro a segno nel programma della prima Olimpiade moderna, venne creata una commissione internazionale con il compito di tenere i collegamenti tra le associazioni dei vari paesi che si sciolse durante la Prima Guerra Mondiale e nuovamente con il secondo conflitto mondiale. Fu ricostituita a Stoccolma il 1° agosto 1947 con il nome di International Shooting Union, ma nei documenti ufficiali si continuò a usare la sigla UIT anziché ISU per non creare confusione con la International Skating Union.
Negli ultimi cinquant'anni si sono registrati grandi cambiamenti: già alla fine degli anni Settanta, dall'unica arma con quattro specialità impiegata al mondiale del 1897 si era arrivati a 12 modelli di armi con 25 specialità, comprese 5 per le donne. Nel 1998 parve necessario identificare l'organizzazione che governava lo sport del tiro rispetto alle altre organizzazioni che si occupavano del tiro militare, della caccia o degli altri usi legali riguardanti i fucili e le pistole: nacque così l’International Shooting Sport Federation (ISSF).
Il tiro a segno è uno sport seguito dal grande pubblico solo in rare occasioni, come le Olimpiadi; per questo motivo, e per lo scarso ritorno economico che offre, il fenomeno del professionismo stenta a decollare. È uno sport che affina la calma, l'osservazione, la rapidità di decisione, la prontezza dei riflessi. L'allenamento richiede di maneggiare per più ore consecutive un'arma pesante vari chilogrammi e insieme di assumere diverse posizioni obbligate del corpo: occorrono, quindi, allenamenti di endurance associate a ginnastica di tipo posturale e stretching per migliorare la coordinazione motoria, la resistenza alla fatica e la potenza muscolare.
Le armi ammesse alle gare si dividono convenzionalmente in armi lunghe o da spalla, cioè fucili e carabine, e in armi corte, vale a dire le rivoltelle e le pistole. Le ditte italiane sono al vertice per qualità nella fabbricazione delle armi sportive, che devono avere le caratteristiche stabilite dalle norme regolamentari per ciascuna di esse. Alle armi libere è stato limitato da tempo il calibro e alle carabine il peso. L'alta precisione è stata raggiunta anche mediante il perfezionamento delle cartucce e dei proiettili.
Per seguire le competizioni, per iniziare a praticare questo sport antico e per conoscerne i protagonisti, è fondamentale seguire le principali riviste di armi che offrono approfondimenti utili ai principianti e ai veterani che sono parte di un mondo ristretto ed esclusivo che spesso si tramanda con una grande passione familiare.