Come diventare preparatore atletico?
Chi ama lo sport ma non ha doti atletiche particolari in uno specifico settore dove raggiungere l’eccellenza, può prendere in considerazione un percorso di studi, e quindi un impiego, che porti a diventare preparatore atletico. Requisito fondamentale: occorrono buone doti di comunicazione e di costruzione di relazioni interpersonali con molte persone diverse perché ci si occupa di singoli e squadre, lavorando a stretto contatto con varie figure professionali in ambienti che vivono di momenti di forte stress in vista di gare e partite.
Il preparatore atletico è un professionista che si occupa di migliorare le doti prestazionali degli atleti, ovvero ne migliora l’efficienza fisica, lavorando sul dispendio energetico dell’atleta nell’esprimere una determinata prestazione. In sostanza lavora sullo sforzo necessario a raggiungere un determinato risultato.
È quindi diverso dall’allenatore che insegna a compiere correttamente il gesto caratterizzante una disciplina, occupandosi di tecnica e tattica, ma gli si affianca perché attraverso delle esercitazioni specifiche, consente agli atleti di esprimersi al meglio per tutta la durata della competizione. In questo modo si prevengono anche gli infortuni caratteristici di ogni sport e si costruisce la condizione fisica migliore per gareggiare.
Il preparatore atletico è spesso la prima figura che interviene sul campo di gara quando un atleta si infortuna e deve essere in grado di riconoscere e valutare rapidamente e in maniera corretta il danno. Presta il primo soccorso agli atleti in un ambiente frenetico, come una partita o una competizione, e segue gli infortunati fino al completo recupero.
Il ruolo di preparatore atletico può essere svolto a favore di atleti, di squadre di professionisti o giovanili, di ballerini e musicisti o militari. Proprio la varietà di impieghi impone un aggiornamento costante che è perseguito attraverso corsi specifici periodici e attraverso la lettura delle migliori riviste sportive che forniscono sempre suggerimenti e spunti utili in contesti molto diversi.
Se si decide da ragazzi di intraprendere questa carriera, è bene scegliere fin dalle superiori indirizzi di tipo scientifico: è utile avere buone basi di biologia, fisica e anatomia per poter studiare in maniera approfondita il corpo umano, le possibili dinamiche di infortunio e i trattamenti adeguati. E’ certamente importante anche lo studio dell’inglese perché il mondo sportivo è spesso internazionale. Il passaggio successivo è una laurea di primo livello nella facoltà di Scienze Motorie che prevede corsi di chinesiologia, fisioterapia e riabilitazione, psicologia sportiva, anatomia umana e farmacologia clinica. Successivamente, sebbene non indispensabile per trovare un lavoro, può essere molto utile ottenere anche la laurea di secondo livello o magistrale. La laurea specialistica prevede tre distinti percorsi fra cui scegliere: preventivo (Attività Motorie Preventive ed Adattate), economico-manageriale (Management delle attività Motorie e Sportive) e scientifico-tecnico (Scienze e Tecniche dello Sport).
Se, invece, si sceglie questa professione in anni successivi a quelli classici di studio, ci sono corsi privati da seguire. La legislazione non prevede un percorso univoco e quindi è importante scegliere il proprio obiettivo, ad esempio uno sport per cui si vuole diventare preparatori atletici, e specializzarsi in quello. Il corso completo di norma è suddiviso in due livelli: “Allievo preparatore atletico” e “Preparatore Atletico” per affrontare in maniera graduale tutti gli aspetti della preparazione atletica, sviluppando i contenuti teorici e le pratiche correlate e fornendo gli strumenti operativi necessari per l'ottimizzazione il proprio lavoro.
Le possibilità sono aperte a tutti, purché si sia sorretti da una grande passione che è sempre vincente!