Il Carnevale nel Medioevo: costumi, feste e curiositā
Il Carnevale è una festa che pensiamo solitamente dedicata ai bambini, ricca di travestimenti e risate, di dolci tipici regionali e di feste in maschera, ma in origine non era affatto così.
Alcuni amano molto i travestimenti e il fascino delle maschere, altri provano fastidio e quasi timore di chi è mascherato. È un momento dell’anno che, oggi, cade in un periodo variabile, in base alla Pasqua cristiana, ma conserva alcune caratteristiche che si ripetono nel tempo e che lo fanno attendere con ansia, soprattutto dai più giovani.
Andiamo alla scoperta delle sue origini più antiche che risalgono ai Romani con i Saturnali, festeggiamenti che si svolgevano dopo la metà di dicembre e duravano sette giorni, di cui solo il primo con un carattere religioso.
Durante i Saturnali si svolgevano banchetti e feste, ci si scambiavano doni augurali e si riducevano le distanze sociali: gli schiavi e i padroni, i ricchi e i poveri, gli uomini e le donne si scambiavano abiti e ruoli, nascondendo la propria identità sotto una maschera. Il tema era il mondo alla rovescia e questo concetto catturò gli uomini di tutte le epoche fino a quando, nel Medioevo, si decise di spostare la festa da dicembre a febbraio, così che potesse precedere la Quaresima - i quaranta giorni che a loro volta precedono la Pasqua – per far vivere ai fedeli un periodo di allegria sfrenata prima delle rinunce del periodo quaresimale.
Il Carnevale permetteva di vivere una parentesi in cui sovvertire i rapporti gerarchici, i privilegi, le regole e i tabù, in cui sospendere anche la morale e le leggi. Durante le feste ufficiali, ad esempio, le differenze di famiglia, ruolo e gerarchia erano ostentate, sia grazie all’abbigliamento, sia al posto occupato in base al rango. Durante le feste del Carnevale, invece, tutti erano considerati uguali e le persone erano libere di avvicinarsi a piacere, superando le abituali barriere sociali e familiari.
Nel periodo di Carnevale si festeggiava la fertilità della terra che, dopo il risveglio dal riposo invernale, doveva nutrire uomini e animali: per questo si svolgevano riti legati alla fecondità e al riso. Al riso, infatti, si attribuiva il potere di sconfiggere la morte e tradizioni antichissime lo collegano alla fertilità della natura e degli uomini. Per questo ridere, e quindi la presenza di burloni, l’organizzazione di scherzi, e danzare per ringraziare la terra, erano attività cui dedicarsi con grande impegno a carnevale.
Le maschere sono un elemento immancabile: nascono come maschere degli antenati poi divengono maschere animali, e infine umane, per permettere di invertire i ruoli della vita quotidiana. Le maschere italiane nacquero a Venezia ed erano usate per diversi scopi, compreso quello di nascondersi agli occhi della gente. Da Venezia si diffusero in Italia e in Europa e furono adottate dal teatro dell'arte. Le maschere celebrano le tradizioni delle città e delle regioni d'Italia: il Piemonte con Gianduia, Bergamo con Arlecchino, Venezia con Pantalone e Colombina, Milano con Meneghino, la Toscana con Stenterello, Roma con Rugantino e Capitan Spaventa, Napoli con Pulcinella, la Sicilia con i personaggi della tradizione dei paladini.
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