Imparare l'inglese: il perché del successo della rivista Speak Up
Era il lontano 1985 quando uscì in edicola per la prima volta il mensile Speak up, allora edito da De Agostini, che oltre alla rivista cartacea abbinava un’audiocassetta che oggi i Millennials non sanno nemmeno che cos’è. Coloro che all’epoca studiavano l’inglese a scuola fecero il primo acquisto magari spinti dai genitori o dai professori e poi scoprirono che era divertente leggere articoli pubblicati da testate internazionali su temi di attualità, viaggi e spettacolo, magari riguardanti personaggi pubblici interessanti o eventi cui tutti avremmo desiderato partecipare.
Imparare l'inglese: le innovazioni di Speak Up negli anni '80 e '90
Bisogna pensare che non esisteva ancora Internet, non c’erano i social, ma nemmeno il digitale terrestre con tutti i canali oggi proposti. Quindi leggere giornali stranieri non era comune, come adesso può esserlo curiosare online in un momento libero, e ascoltare la lettura di interi articoli o le interviste originali con i personaggi famosi, magari ospiti di programmi radiofonici, era davvero interessante e…un vero stimolo ad approfondire la lingua!
Inoltre, l’inglese proposto era quello parlato per strada a Londra o negli USA, ma anche in Australia o con la cadenza tipica di uno straniero, non quello pronunciato con accento impeccabile dagli insegnanti, ma quello che poi si scopriva sul campo nei viaggi studio, per chi in estate si cimentava con questa prova.
Insomma, per gli adolescenti del 1985 il successo di Speak up era costituito dalla sua formula innovativa capace di abbinare le regole e i vocaboli da apprendere alla struttura di un magazine, decisamente più accattivante di un libro di testo.
Ascoltare con le cuffie l’audiocassetta faceva dimenticare di essere a casa propria e conciliava il tentativo di ripetere la pronuncia corretta, proprio quella dell’attore o della cantante intervistati, migliorando i voti scolastici avendo assecondato un interesse totalmente diverso e, finalmente, personale.
Speak Up oggi: il magazine che fa studiare divertendo
Nel 2009 l’editore è diventato My Way Media e dal 2003 ogni numero esce con un compact disc, per seguire l’evoluzione dell’ascolto e dei media disponibili. In questo modo Speak up è rimasta una rivista accattivante per generazioni diverse di giovani, abbinata a volte con libri di esercizi o brevi dizionari, pensati per chi ora si muove molto più facilmente e per le motivazioni più diverse, dal turismo, allo studio al lavoro.
Gli articoli proposti spaziano da tematiche più generali e frivole, ad argomenti più legati al lavoro o all’economia, per rispondere alle esigenze anche di adulti che hanno bisogno di tenere viva una lingua che sempre più si è imposta nella vita di tutti, soprattutto con l’avvento delle tecnologie che hanno portato con sé un linguaggio fatto di termini che non vengono tradotti. Ciò accade in molte discipline e quindi un po’ tutti ci sentiamo stimolati a tenerci aggiornati e a esercitarci in una lingua che è molto vitale perché sempre più diffusa, ma proprio per questo diventa anche ricca di slang specifici.
Per i ragazzi che acquistarono i primi numeri, Speak up di oggi è ancora un appuntamento interessante per restare al passo con i tempi, per stimolare i figli nello studio e per viaggiare sentendosi più sicuri del proprio inglese. Un magazine che si è rinnovato senza perdere l’obiettivo di far studiare divertendo: la vera formula magica!