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Le 5 inchieste celebri de L'Espresso che hanno cambiato l'Italia

Il settimanale L’Espresso è nato in Italia nel 1955 e da allora ha seguito un giornalismo di inchiesta che lo ha portato a pubblicare nel tempo molti scoop di approfondimento dell’attualità.

 

Grazie a direttori di spicco e a giornalisti abituati a scavare e a ricercare fonti e contatti, il giornale Espresso si è creato un pubblico di affezionati lettori che qui scoprivano informazioni spesso riprese successivamente da altre testate e media. Alcune inchieste sono diventate particolarmente famose e hanno segnato il modo di fare un certo tipo di giornalismo, in parte scomodo, in parte gradito al pubblico, ma sicuramente sempre in grado di animare un grande dibattito pubblico e politico. Proprio quest’ultimo aspetto è stato criticato perché ogni scoop assumeva un peso politico che poteva anche apparire eccessivo.

 

L’elenco delle inchieste di forte richiamo è certamente lungo, ma non possiamo non citare nel 1970 quello che divenne noto come il caso Valpreda, legato alla strage di piazza Fontana. Il 12 dicembre 1969 un attentato alla Banca dell’Agricoltura a Milano provoca 13 morti e 90 feriti. Da subito gli investigatori seguono la cosiddetta pista anarchica, che porta prima al fermo di Giuseppe Pinelli, che muore tre giorni dopo precipitando da una finestra della questura di Milano, e poi all’arresto di un altro anarchico, Pietro Valpreda, inchiodato dalla dubbia testimonianza di un tassista milanese. Valpreda nel 1987 con la sentenza della Cassazione, viene prosciolgo in via definitiva dall’accusa di strage. E’ stato un caso famoso di indagini complicate, probabili depistaggi, errori e processi infiniti, in cui la stampa segnò l’inizio della tradizione di mettere in prima pagina i sospettati, creando dei mostri.

 

Nel 1980 fu la volta della pubblicazione dei cosiddetti verbali Moro, ovvero delle testimonianze dei politici più in vista davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta che lavorò sul rapimento e l’omicidio di Aldo Moro e della sua scorta. Altro caso rimasto con molti dubbi, nonostante le condanne degli esecutori materiali e gli anni di indagini.

 

In anni più recenti, un giornalista de L’Espresso racconta i retroscena dell’inchiesta denominata Vatileaks: Papa Francesco nel 2015 denuncia durante l’Angelus domenicale la sparizione di alcuni documenti di una relazione chiesta dallo stesso Papa a una commissione interna per mettere ordine nelle finanze vaticane. Si apre un’inchiesta della Magistratura vaticana che arriva a coinvolgere alcuni dipendenti e membri della commissione stessa, ma anche due giornalisti proprio del settimanale che su questa vicenda hanno pubblicato un libro divenuto un best seller. La vicenda si chiude senza procedere verso i giornalisti per mancanza di giurisdizione.

 

Anche il caso dei Panama Papers arriva sulle pagine d’inchiesta de L’Espresso nell’aprile del 2016 con un dossier di migliaia di nomi illustri di calciatori, attori, politici, capi di Stato e 800 italiani che hanno fatto gestire i loro soldi allo studio legale Lenville Overseas di Mossack Fonseca, con sede nel paradiso fiscale di Panama. Con questo lavoro la testata si aggiudica il prestigioso premio Pulitzer nella categoria Giornalismo investigativo.

 

Tutti questi esempi mostrano uno stile davvero unico di fare notizia. Con L’Espresso, gli abbonamenti diventano una finestra aperta sulle inchieste e sulla ricerca dei dettagli, sinonimo di giornalismo di qualità.

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